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F.P. Journe acquista il Breguet n.1890 venduto per 1.88 milioni da Sotheby’s

La serata dedicata ai 250 anni di Abraham-Louis Breguet si è conclusa con un risultato memorabile. Durante l’asta “A Celebration of Breguet’s 250th Anniversary” organizzata da Sotheby’s a Ginevra, il rarissimo Breguet n. 1890 è stato aggiudicato per 1’880’000 franchi svizzeri, segnando uno dei momenti più alti nella storia recente del collezionismo orologiero. Un prezzo che non solo celebra il genio di Breguet, ma riafferma l’attualità delle sue invenzioni: lo stesso spirito di innovazione vive oggi nel nuovo Breguet Classique Tourbillon 7225, lanciato nel 2025 in occasione dell’anniversario della Maison.

Secondo gli Archivi Breguet, la produzione del n. 1890 iniziò nel 1804 e si concluse nel 1809. Fu consegnato all’agente russo Frédéric Frackmann e venduto per 3’240 franchi al Conte Alexis de Razoumoffsky (foto sotto), membro di una delle più illustri famiglie dell’Impero russo. L’orologio combina due delle più rivoluzionarie invenzioni di Breguet: il régulateur à tourbillon, brevettato nel 1801 per compensare gli errori di marcia dovuti alla gravità, e l’échappement naturel, un sistema di scappamento a doppia ruota che eliminava l’attrito e la necessità di lubrificazione.

Con meno di 30 esemplari noti dotati di échappement naturel, e solo una manciata di essi abbinati a un tourbillon, il n. 1890 è unanimemente considerato uno dei vertici assoluti della produzione di Breguet. Ciò che rende questo pezzo ancor più straordinario è la sua personalizzazione esclusiva: è l’unico Breguet conosciuto a portare inciso, con il celebre pantografo di Breguet, un nome diverso da quello del maestro. Sul quadrante, oltre alla doppia firma segreta “Breguet” (foto sotto), compare infatti l’incisione nascosta “Comte Alexis de Razoumoffsky”  un dettaglio che ne testimonia l’importanza e la distinzione.

Il conte Alexis de Razoumoffsky (1748–1822) fu Ministro dell’Istruzione sotto lo zar Alessandro I e una delle figure chiave dell’aristocrazia illuminata russa. Suo fratello André, ambasciatore a Vienna, fu il celebre mecenate di Ludwig van Beethoven, al quale commissionò i Quartetti “Razoumoffsky” Op. 59 e contribuì come dedicatario alla Quinta e alla Sesta Sinfonia. Il Breguet n. 1890 è quindi anche una testimonianza di quella cultura europea in cui scienza, arte e diplomazia convivevano in armonia.

Più di un secolo dopo la sua creazione, il n. 1890 entrò nella collezione di Cecil Clutton (1909–1991), collezionista e scrittore di orologeria, amico e mentore di George Daniels. Clutton lo testò personalmente, registrando una variazione massima di soli tre secondi al giorno su 16 giorni di prova,  un risultato impressionante, che dimostra la perfezione tecnica di un movimento costruito oltre due secoli fa.

Il legame tra il Breguet n. 1890 e la produzione contemporanea è tutt’altro che simbolico. Il recente Classique Tourbillon 7225, presentato nel 2025 per celebrare i 250 anni della Maison, si ispira direttamente alle ricerche di Abraham-Louis Breguet. Il nuovo modello porta nel XXI secolo lo stesso desiderio di superare i limiti fisici del tempo: un tourbillon volante da 10 Hz, sostenuto da un pivot magnetico che elimina l’attrito meccanico, evocando idealmente l’intuizione dell’échappement naturel. Anche l’estetica conserva la purezza storica della linea Classique: quadrante guilloché, numeri romani, lancette “pomme évidée” e una sottile eleganza che parla il linguaggio senza tempo di Breguet.

Che sia stato proprio F.P. Journe (foto sotto) ad aggiudicarsi il Breguet n. 1890 non è soltanto un evento di mercato, ma un gesto carico di significato storico: l’allievo ideale che riporta a casa un capolavoro del maestro ideale. Un segno che, a oltre due secoli di distanza, l’eredità di Abraham-Louis Breguet continua a vivere nelle mani e nella mente di chi, come Journe, ne incarna l’essenza più profonda: innovare senza mai tradire la tradizione. Considerato uno dei più grandi orologiai viventi, François-Paul Journe è spesso definito “il Breguet moderno”. La sua filosofia costruttiva  “Invenit et Fecit”, la stessa iscrizione che Breguet apponeva sulle sue opere — è una dichiarazione di continuità tra due epoche legate da un medesimo spirito d’indipendenza e perfezione meccanica.

Journe, come Breguet, unisce arte, fisica e ingegno pratico. Le sue creazioni reinterpretano i principi del maestro: la ricerca della precisione e della stabilità di marcia, l’equilibrio tra estetica e funzionalità, e l’uso di soluzioni tecniche inedite come il Remontoir d’égalité o il Chronomètre à Résonance. Non è un caso che Journe abbia lavorato, nei primi anni della sua carriera, al restauro e allo studio del progetto Sympathique, uno dei più complessi sistemi di orologio da tavolo e da polso mai ideati da Breguet.

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